Calendario 2023 della CicloUFOofficina 2023 del CSOA Forte Prenestino free download

 

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Bike Massacre 2022 + Calendario CicloUFOofficinA 2023 // Photo Gallery

 


La CicloUFOofficinA del Forte Prenestino in collaborazione con urbikerz (la fanzine dell’artisticalmass) presentano 2023 L’ANNO DEL CONTATTO (BIKE MASSacre + Calendario 2023 + Live set)

Quando: domenica 18 dicembre 2022, dalle ore 10 fino alla fine del mondo Dove: dentro e fuori la Ciclofficina popolare del CSOA Forte Prenestino, via Federico Delpino, Centocelle, Roma 

Programma (in breve): 
 ore 10 apertura della terza edizione del BIKE MASSacre (fino allo sfinimento)!!! 
 ore 14 CROMA e Andro Malis presentano il Calendario 2023 della CicloUFOofficinA 
 ore 15 Live set Cobol Pongide e Furia Elettrica: suonando sull’abisso del Bike MASSacre Durante il massacro i locali della Ciclofficina ospiteranno una esposizione con le 12 tavole realizzate per il Calendario 2023 della CicloUFOofficina dagli artistə/ciclistə CROMA, Krayon, omino71, AlePop, Angelo Barile, ex-Voto, Andro Malis, cancelletto, Debora Malis, Pelin Santilli, Cobol Pongide e Massimo Giacon 

Per maggiori dettagli e il programma completo si rimanda al comunicato stampa e all'evento FB, segue galleria fotografica.



















2023 L’ANNO DEL CONTATTO (BIKE MASSacre + Calendario 2023 + Live set) @ Ciclofficina Forte Prenestino Roma



La CicloUFOofficinA del Forte Prenestino in collaborazione con urbikerz (la fanzine dell’artisticalmass) presentano
2023 L’ANNO DEL CONTATTO (BIKE MASSacre + Calendario 2023 + Live set)
Quando: domenica 18 dicembre 2022, dalle ore 10 fino alla fine del mondo
Dove: dentro e fuori la Ciclofficina popolare del CSOA Forte Prenestino, via Federico Delpino, Centocelle, Roma
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Programma (in breve):
ore 10 apertura della terza edizione del BIKE MASSacre (fino allo sfinimento)!!!
ore 14 CROMA e Andro Malis presentano il Calendario 2023 della CicloUFOofficinA
ore 15 Live set Cobol Pongide e Furia Elettrica: suonando sull’abisso del Bike MASSacre
Durante il massacro i locali della Ciclofficina ospiteranno una esposizione con le 12 tavole realizzate per il Calendario 2023 della CicloUFOofficina dagli artistə/ciclistə CROMA, Krayon, omino71, AlePop, Angelo Barile, ex-Voto, Andro Malis, cancelletto, Debora Malis, Pelin Santilli, Cobol Pongide e Massimo Giacon
Sarà attiva la serigrafia per stampare su magliette e cartoncini A3 (che vi porterete da casa - bianco su nero) la locandina disegnata da Andro Malis.
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Comunicato (per chi vuol saperne di più):
Dopo un'attesa di quattro anni e un mese, domenica 18 dicembre, torna BIKE MASSacre, l’appuntamento più freak bike che non si può: per sfrecciare, derapare, giocare, giravoltare e pedalare insieme, con spirito ludico e assolutamente non competitivo, in una giostra scorazzante di “ciclomostri” e bici improbabili che dalle 10 del mattino invaderanno il piazzale antistante la Ciclofficina in un circuito irto di malefici inganni.
Tuttə sono invitatə a partecipare pedalando o bersagliando gli “UfoMostriCliclistə”.
“E se il ciclomostro non ce l’ho?” Facile, ne adotti uno tra quelli già disponibili oppure ne crei uno tutto tuo: la Ciclofficina del Forte Prenestino resterà aperta da mercoledì 14 a venerdì 16 dicembre – a partire dalle ore 12 – per consentire ad ogni aspirante creatore-creatrice di ciclomostri di dar vita a un nuovo organismo geneticamente modificato a due ruote. Qui chi rompe non paga, ma i cocci sono sempre i suoi; quindi al termine del BIKE MASSacre le bici non si lasciano al Forte ma si portano a casa e sul proprio pianeta, fino all’ultimo pezzettino…
“E se mi stanco di pedalare?” Nessun problema: mentre infuria il BIKE MASSacre artistə-ciclistə dell'artisticalmass occuperanno gli spazi della Ciclofficina per presentare il Calendario 2023 della CicloUFOofficinA popolare del Forte Prenestino. Dalle ore 14 CROMA e Andro Malis (con il commento sonoro dei Furia Elettrica) presenteranno in esclusiva questo oggetto capace di prevedere il futuro, indispensabile per non contare i giorni con le dita e per pianificare tempi migliori… il 2023 l’anno del contatto!
L’unico calendario su cui trovi già segnati tutti gli appuntamenti della CriticalMASS, ma anche le 12 tavole di ciclo-artistə che hanno illustrato ogni mese con una inedita opera ufociclistica, nonché i testi con i consigli ciclo-mensili del nostro FratelloUFOindovinO. Una macchina (pardon una bici) del tempo, una raccolta di stampe e un “manuale mnemonico”: tre gusti dentro un unico calendario stampato in tiratura limitatissima e distribuito domenica 18 dicembre a parie dalle ore 10 al prezzo di 10 euro, per recuperare i costi di stampa e contribuire alla realizzazione del prossimo numero di urbikerz, la fanzine dell’artisticalmass.
Durante il massacro la Ciclofficina ospiterà inoltre l’esposizione delle 12 tavole realizzate per l’occasione da CROMA, Krayon, omino71, AlePop, Angelo Barile, ex-Voto, Andro Malis, cancelletto, Debora Malis, Pelin Santilli, Cobol Pongide e Massimo Giacon.
Last but not least: live set, Al termine della presentazione del calendario la Ciclofficina ospiterà un doppio live per accompagnare i massacronauti superstiti verso la fine della terza edizione del BIKE MASSacre. A partire dalle ore 15 i Cobol Pongide e a seguire i Furia Elettrica saliranno sul palco per suonare sull’abisso del BIKE MASSakre, per lanciare messaggi in codice agli UFO che, ne siamo certi, saranno presenti in massa da ogni angolo del cosmo.
Chi siamo:
La Ciclofficina del Forte Prenestino è un progetto/laboratorio del CSOA Forte Prenestino nato dalla voglia di fornire a tutti un’alternativa di mobilità (la più sostenibile possibile) nella caotica Roma est. Un luogo in cui imparare a conoscere e autoriparare il proprio mezzo di trasporto a pedali. A disposizione di tuttə postazioni che permettono di fissare la bici (evitando di darsela sui piedi) e lavorare comodamente, complete di ogni chiave e attrezzo necessari per prendersi cura dell’amata bicicletta. Un luogo che pratica attivamente il riuso delle componenti biciclistiche nonché antifascismo, antisessismo, antirazzismo, anticapitalismo. La Ciclofficina recupera tutte le biciclette possibili e per quelle impossibili riesuma comunque tutti i pezzi ancora utilizzabili, rimettendoli a disposizione di tuttə; infine vengono riciclati i materiali per la costruzione dei più strani mezzi partoriti dalla fantasia. La Ciclofficina trova il suo luogo ideale nel Forte Prenestino nella convinzione che usare una bicicletta oggi a Roma significhi fuoriuscire dalla logica: automobile/consumismo/risorse/energia/petrolio/guerra... senza contare la schiavitù: benzina/bollo/revisone/parcheggio/code/ingorghi/stress... che oggi sembra l’unica vita possibile. Chi vive la Ciclofficina crede che recuperare una bici da un cassonetto, andando contro la logica dell’usa e getta, ripararla ed andarci in giro per Roma nell’anno duemilaventidue-tre sia antagonismo puro.
Artisticalmass è un progetto partecipato che ha coinvolto una prima massa di artistə-ciclistə (o di ciclistə-artistə), artistə cioè che vanno in Bicicletta, tra chi ne ha fatto una cifra creativa, chi uno stile di vita e chi semplicemente una valvola di sfogo. Un progetto aperto a chiunque voglia unirsi per creare e pedalare insieme. Da artisticalmass nasce l’idea della fanzine urbikerz, un progetto editoriale autoprodotto, il cui numero “zero” ha raccolto le opere del primo collettivo di venticinque artistə partecipanti, a cui è seguito il numero speciale “zero&mezzo” interamente dedicato al Forte Prenestino in occasione dell’edizione 2022 del Crack! Festival dei fumetti dirompenti di Roma e infine il Calendario 2023 della CicloUFOofficinA del Forte Prenestino.
La massa di artisti-ciclisti finora coinvolti nel progetto sono: 108, 9Periodico, AlePop, Angelo Barile, cancelletto, collettivo fx, Cobol Pongide, CROMA, Dottor Pira, ex-Voto, Furia Elettrica, Massimo Giacon, Mario Ginevro, Heman-Cool79, Hopnn, Ironmould, Krayon, Andro Malis, Debora Malis, MrDimaggio, MrFijodor, Giovanna Noia, omino71, Oneman, Orghone, Pelin Santilli, Andrea Satta, Andy Singer, Stella Tasca, UGOART, Nina, Vale e Meme Zabratta AKA Zab Stu. Per saperne di più e scaricare gratis le fanzine prodotte: www.urbikerz.it.











 

[I DIARI DI URBIKERZ] L’Eroica XXV di ZioBici e dei suoi undici nipotini (testo di omino71)


L’Eroica XXV di ZioBici e dei suoi undici nipotini

di omino71, foto di ZioBici e dei suoi nipotini



Presentiamoci (in stile “ciclisti anonimi”)

Ciao a tutti, mi chiamo omino71 – nonstreetartista – e sono un ciclista da 365 giorni, cioè da quando ho visto VidiBiciSushi e sono stato catapultato nel magico mondo degli eroici. Senza sapere da che parte iniziare mi sono affidato al signor eBay che, per la bellezza di 140 euro (spedizione inclusa), mi ha recapitato a casa uno scatolone con i pezzi smontati di una bici arrugginita che aveva più o meno i miei 51 anni, durante i quali mi sono limitato a passeggiare con un cancello mtb da 26, senza aver mai cambiato da solo nemmeno una camera d’aria.

Da quel giorno ho cominciato a "imparare" a fare due cose: tanti km su due ruote di tutti i tipi e giocare ai lego con vecchie bici da corsa che monto, smonto e rimonto con un solo obiettivo: fare il lungo di Gaiole (e sopravvivere a me stesso).

Nel mentre, per non perdere contatto con l’universo di origine, ho dato vita – insieme all’amico streetartista e ciclista Krayon – ad Artisticalmass, un progetto partecipato di artisti-ciclisti e alla fanzine Urbikerz che mi hanno accompagnato mentre sperimentavo itinerari eroici e non (Montalcino, Buonconvento, Celestiniana, Carrareccia, Francescana) e spendevo tempo e denaro tra bici storiche assemblate da zero (al momento sono quattro da corsa più una Graziella in usufrutto) e bici nuove e usate, barattate con i miei quadri, fino alla mia prima Brompton (il mio principale mezzo di trasporto) a causa della quale, la scorsa estate, ho fatto la conoscenza del mitico ZioBici, che mi ha proposto di seguirlo con altri dieci nipotini all’Eroica di Gaiole: quello che segue è il resoconto di questo viaggio nel tempo e nello spazio dal quale sono appena tornato (vivo, sorridente, vegeto, con tanti nuovi amici e qualche traccia di Chianti nel DNA).





L’Eroica (prologo)

Quelli bravi lo scrivono da sempre, l’Eroica comincia almeno il giorno prima con un giusto riposo e una corretta alimentazione e noi la cominciamo in dodici al Moving Hotel, quattro ruote trasformate dai bravissimi Sandra e Davide in una cucina, due bagni e dodici cuccette, il tutto parcheggiato a poche centinaia di metri dalla partenza. Arriviamo alla spicciolata in un pomeriggio piovoso in gruppetti di due/tre per auto, con me Luciano (il super-podista, anche lui alla sua prima Eroica), Kipo (il surfista che ne ha già fatte più di una) e già realizzo di essere l’impostore del gruppo, composto di sportivi che, come minimo, si è già fatta robetta come il Tuscany Trail... A Gaiole ci aspettano Andrea (ZioBici), Fabrizio, AlessandroM e Tullio (con i quali ho già avuto il piacere di condividere qualche sgambata in questo ultimo mese) e faccio la conoscenza con Alessandro, Michele, Daniele, Paolo e PaoloS (che insieme ad Andrea è qui da giovedì sera per coordinare il tutto).

A dispetto di ogni raccomandazione da sana dieta dello sportivo, la sera prima non ci limitiamo al classico carico di carboidrati ma ci spazzoliamo un numero imprecisato di taglieri di salumi e formaggi abbondantemente annaffiati da buon Chianti (salvo Kipo che chiede, invano, un chinotto, che a Gaiole non si usa…), per poi passare alla cena vera e propria, con una pasta al pesto dello chef Davide innaffiata dalle birretta che Michele ha generosamente condiviso dalla sua produzione artigianale (sportivi si, ma anche buongustai e già mi sento tra simili). Dei dodici che siamo, otto faranno il lungo dei 209km (per 3768 m di dislivello) e quattro il medio da 135km (per 2200 m di dislivello), il programma prevede comunque di partire tutti insieme tra le cinque e le sei della mattina seguente, per poi prendere ognuno la sua strada e ritrovarci al punto di partenza a fine giornata.

Andiamo a nanna ben prima della mezzanotte ma non ricordo di aver dormito davvero, non ho fatto in tempo a rigirarmi un paio di volte nella mia cuccetta che alle 3 e 45 (l’ora a cui in genere mi ritiro dopo una notte di pittate) sono stato accoltellato alla schiena dalla sveglia di Tullio (il metronomo, la guida, il nostro “uomo solo al comando”) che ci dava il tempo per prepararci, fare una fugace colazione, indossare la nostra bellissima maglia di lana rosso, giallo, verde con la scritta nera di ZioBiciRoma, pronti e via!





Eroici andate piano!

Ancora una volta ho una amnesia e non rammento nulla del breve tratto che ci ha portato in gruppo alla partenza, credo di essere rimasto in dormiveglia fino alla prima leggera discesa, quando mi sono destato all’improvviso in un buio profondo, circondato da lucciole che sfrecciavano a destra e a sinistra, realizzando solo allora che dovevo accendere il Garmin (per questo nella traccia allegata mancano i primi 5km, a proposito se volete seguirmi su Strava mi trovate come Feccia 71 che è l’alter ego ciclista di omino71). Questo è stato uno dei momenti più magici, che valgono l’intera esperienza: di notte ogni cosa assume un sapore diverso, l’ho sperimentato per anni dipingendo dopo il crepuscolo e pedalare tutti insieme, con queste bici sferraglianti, in un buio pesto e con una discreta “giannetta” è una cosa che faccio fatica ancora a descrivere: si sente una adrenalina collettiva, l’eccitazione è a mille, ma per fortuna davanti a noi c’è la luce stroboscopica di Tullio che seguiamo come delle falene tossiche, dettandoci tempo e cadenza (e poi ho accanto il saggio Fabrizio che da giorni mi raccomanda di non farmi prendere dall’impazienza e partire piano piano).

Intorno a noi una oscurità antica fino alla salita del Castello di Brolio, illuminata dalle fiaccole ai bordi della strada, altri brividi sulla schiena, qui la cosa comincia a farsi seria e si vedono già i primi che scendono per spingere o si fermano per sostituire gomme o sistemare catene, l’Eroica è veramente iniziata!

Segue la prima discesa sterrata, una delle tante che saranno impegnative quanto le salite e forse anche di più considerando le bici che stiamo pilotando e il buio di queste prime ore del giorno, si intravede e si sente un po' di fango, vista la pioggia dei giorni precedenti pensavo peggio, non avevo invece previsto la sabbia accumulata che va affrontata con una certa prudenza ma al tempo stesso decisione, insomma siamo qui per ballare e lo facciamo allegramente per la prima trentina di km mentre albeggia e si entra a Siena, terzo brivido: il giro nella nebbia di Piazza del Campo, dove ci aspetta una colazione a base di Ricciareli, caffè e Panforte e dove ci ricompattiamo, facendoci coraggio a vicenda tra foto di rito e abbracci.

Questa sarà la prima di una serie di pause in cui forse ci attarderemo troppo, ma l’Eroica è anche e soprattutto questo: condividere pedalate senza fine ma anche ristori conviviali e noi lo stiamo facendo in dodici che non è una cosa affatto banale, tra chi vorrebbe ripartire immediatamente e chi invece abbuffarsi ancora un pò, chi attacca ogni salita come uno scalatore e chi aspetta le discese da kamikaze, chi ha una cadenza regolare e chi fa l’elastico, chi ha già una crisi all’inizio e chi invece l’avrà verso alla fine, insomma tanta roba, non siamo né uno sciame, né uno stormo, ma si sente una intelligenza collettiva che ci guida in qualche modo.




Aspettando Castiglione del Bosco

Con le prime luci del giorno il freddo diventa umido e più pungente almeno fino alla seconda sosta, il ristoro di Murlo, dopo circa altri 20km, dove troviamo il tipico ristoro eroico in cui si alterna dolce e salato e compare il Chianti (che io evito, fedele alla mia regola di vita che non si bevono alcolici… prima del mezzogiorno, dopo non è più alcolismo…), con l’occasione faccio una scorta di croccanti per i momenti difficili che ci attendono, intanto mi ricarico di crostate che mangio a mò di panino, una sopra all’altra, due alla volta e via si riparte.

Poco dopo troviamo il bivio che separa i due percorsi, ci aspettiamo per salutarci e c’è già un primo cambio di programma: a Luciano, Michele e Alessandro che avevano già programmato di fare il percorso medio si aggiunge PaoloS, che non se la sente di continuare sul lungo, sostituito da Kipo che invece fa la scelta contraria e inizia una fuga solitaria (lo ritroveremo a Montalcino comodamente sbragato su un tavolino del caffè centrale a godersi il primo sole della Val d’Orcia).

Non si fa in tempo ad affrontare l’ennesimo sterrato impegnativo (se non sbaglio la quinta strada bianca) che abbiamo la prima bucatura e non potevo che essere io a inaugurare una serie di guasti che ci coinvolgeranno tra ruote forate (alla fine saranno tre), cavi del cambio che saltano, catene che cadono, deragliatori che si incastrano, portaborracce che saltano, etc. in dodici era facile sperimentarne di tutti i colori, ma sempre come un team di meccanici al pit-stop F1 e infatti in meno di quattro minuti siamo di nuovo in sella, grazie al coordinamento di Andrea e al contributo dei nipotini che smontano, gonfiano, reggono, controllano, rimontano, insomma questo è un altro dei valori aggiunti di pedalare in compagnia, cosa che apprezzo tantissimo perché io sono un paperino parafulmine a cui accade sempre di tutto.

Arriva la prima delle due salite più impegnative, quella di Castiglion del Bosco che quest’anno ho già affrontato tre volte. Qui (dove ho già rischiato di lasciarci le penne facendo una salita con la ruota frenata e poi una assurda discesa senza freni…) mi sento un veterano e affronto la salita un po' spavaldo, nonostante sia quella più dura di tutto il percorso (a mio avviso più della famigerata Sante Marie che affronteremo tra un pò), anche perché alla salita sterrata segue quella lunga che porta alla bella piazza di Montalcino dove, come anticipato, ci aspetta Kipo e un altra sosta, altra scorpacciata, tra frutta, dolce, e salato, con un numero indefinito di bruschette. Si comincia a sentire un po' di stanchezza (Castiglion incanta ma non perdona) ma si respira ancora tanta euforia, finita la sosta si parte consolati di aver quasi fatto metà percorso (anche se in realtà non abbiamo fatto nemmeno 90 km).

Continuano i lunghi sterrati, che io preferisco anche se mi rendo contro di essere in minoranza: dal confronto con i tanti partecipanti di questa e di altre ciclostoriche ho appreso infatti che i più preferiscono i tratti di asfalto (che all’Eroica sono veramente pochi) più adatti al tipo di bici anni 70/80 che stiamo cavalcando, forse perché la stragrande maggioranza è composta da ciclisti da strada che macinano km e km tutto l’anno per poi concedersi questa pausa sullo sterrato, io invece, oltre ad essere un dichiarato impostore, soffro della presenza delle auto e preferisco buttarmi per sentieri più o meno impegnativi anche se affrontati con bici inadatte, che come i calabroni non potrebbero volare, eppure volano (credenza tanto falsa, quanto consolatoria). In pratica vivo questa esperienza come un ciclista degli anni ottanta (gli emuli dei Saronni e dei Moser) che giocano a fare i Coppi e i Bartali, perché di bici veramente d’epoca ce ne sono molto poche come quella del mitico Gino che mi ha concesso uno scatto al ristoro di Murlo qualche km prima.

A tal proposito apro una parentesi per presentarvi la mia bici: per Gaiole ho preso un telaio Pinarello fine anni 70 assemblato con pezzi di “fortuna” in un frankenstein d’annata: la forcella è quella dello scatolone di ebay (che mi consente di far girare comodamente dei copertoncini tassellati Panaracer Gravelking SK da 28, soluzione stroncata dal saggio Fabrizio, il quale mi farà poi notare di essere stato l’unico ad aver bucato sia davanti che dietro), i freni sono dei Suntour Superbe (unico pezzo acquistato per l’occasione e non smontato da altre bici di recupero), le ruote trafugate da una vecchia Peugeot in rovina, il cambio uno Shimano 600 l’unico che sono riuscito a trovare in tempo per la partenza, avendo scassato il mio “storico” Suntour SVX (di cui comunque mantengo i manettini) durante l’ultima Carrareccia (fatta per più della metà in un accrocco single speed incrociando corona piccola con pignone piccolo per riuscire ad affrontare alla meno peggio sia le salite che le discese). I miei compagni di viaggio invece cavalcano dei veri capolavori tra Alan, Bianchi, Bottecchia, Colnago, Liberati, Olmo, etc. perfino una rara Surly da corsa, tutte testate e collaudate, insomma sono l’unico peone a presentarmi con un bici montata all’ultimo momento e mai provata.





Aspettando Sante Marie

Si continua su un tratto abbastanza veloce e costante, il panorama è da urlo, valli verdi a perdita d’occhio, fino a Buonconvento, al 125° km, dove arriviamo ancora in gruppo per il “pranzo”, primo pasto caldo della giornata: zuppo di farro innaffiata dall’onnipresente Chianti, qui AlessandroM (il gourmet) mi tenta per la prima volta con la birra del bar, a cui riesco a resistere: la birra post-bici per me è non solo un rito ma un vero premio che mi concedo a ogni uscita, me la tengo per la fine, per Gaiole, se la bevessi prima non avrei più stimoli, quindi resisto e mi butto sulla zuppa e sul vino che poi si riveleranno un grosso passo falso, non riuscendo a digerirli fino alla salita della SanteMarie, quindi consiglio, per chi sta leggendo e non ha uno stomaco di ferro come i miei compagni, di tenersi sul secco e sull’analcolico.

Dopo Buonconvento i due percorsi si incrociano di nuovo e siamo di nuovo in tanti a condividere la stessa strada, alla fine apprenderemo che saranno circa 800 gli eroici che hanno portato a termine il percorso lungo, quindi ZioBici sta contribuendo per circa l’1% come ci farà notare AlessandroM (che quando non propone mescite è l’uomo delle statistiche). Questo tratto me lo godo poco, alla prese con la cattiva digestione, nessuna fatica particolare ma è il primo tratto che preferisco fare in solitaria distanziandomi un po' (ce ne sarà solo un altro verso la fine) avendo finora pedalato in gruppo o con un compagno accanto: se non stavo dietro a Tullio e Alessandro M, pedalavo accanto ad Andrea (che mi ha costantemente riservato premure da chiocciola) e Fabrizio, altri tratti li ho fatti in compagnia di Paolo, Daniele e Kipo, che tra tutti ha l’andatura più “artistica”, alternando stop improvvisi, durante i quali riposa, cammina, telefona, piacioneggia, etc. a cavalcate di rango, tant’è che più volte eravamo convinti si fosse fermato, ma non si faceva in tempo a pensarlo che te lo ritrovavi incollato alle spalle.

In questa parte del percorso, tra Buonvonvento e Asciano, si alternano discese e salite, vedo diversi spingere la bici a piedi e penso che è solo l’antipasto di quello che ci attende presto, con il secondo vero scoglio della giornata, la salita della SanteMarie, intanto combatto con la zuppa di farro che fa su e giù nel mio stomaco e che mi farà rinunciare, nei due successivi e suntuosi ristori, alla ribollita (ad Asciano) e zuppa di ceci (a Castelnuovo Berardenga) e dire che alla vigilia dicevo che facevo l’Eroica solo per assaggiare le zuppe.

Al ristoro di Asciano (intorno al 150° km) ci rifocilliamo per bene (liquidi e scorte), ci aspetta infatti la famigerata salita di Sante Marie e per fortuna faccio giusto in tempo a digerire per affrontarla come piace a me, da scalatore ingenuo, ci si mette anche il vento contro ma è una bellezza affrontare questa sfida seguendo la ruota di Tullio e arrivare in cima dove aspettiamo il resto del gruppo per scattare la foto di rito davanti a quel cartello che certifica che la vera Eroica è stata fatta! Da qui bisognerà fare attenzione a non abbassare la guardia, perché anche se le cose più toste sono state fatte i km che ci aspettano sono ancora tanti e la strada appare anche più selvaggia con tratti un po' scalcinati, da mtb dico io, da gravel mi corregge correttamente Tullio, ad ogni modo impegnativa per i nostri acciai e le nostre gambe che hanno già macinato tanti kilometri.

Arrivati al ristoro di Castelnuovo Berardenga (quasi 170 km) ci fermiamo il minimo indispensabile per non rischiare di arrivare in ritardo alla porta di Pianella (che va superata prima delle 18) ma siccome sono paperino…. non faccio in tempo a ripartire che buco di nuovo… stavolta, senza un perché sul liscio asfalto, la ruota è quella posteriore che Andrea mi aiuta a riparare in tempo record, ripartiamo quindi in coppia in uno sprint al batticuore per raggiungere Tullio, AllesandoM, Fabrizio e Kipo che ci aspettano superata Pianella, dove il percorso del medio si stacca da quello del lungo e si ricomincia a pedalare in solitaria o quasi per l’ultima trentina di km.




Aspettando la birretta

Qui ho un altro momento di amnesia, non ricordo se ci siamo fermati o meno per una sosta extra, forse per riempire le borracce e aspettare Paolo e Daniele che non vediamo più, la cavalcata appena fatta mi ha un po' frastornato, non ricordo nemmeno cosa ci siamo detti, rammento però che pedalavamo in gruppo abbastanza regolarmente, nel mentre il sole cominciava a calare, il tratto era forse uno dei più tranquilli ma proprio qui arriva il mio momento di sconforto: nonostante il più è stato fatto, le salite famigerate superate, il mal di stomaco da indigestione passato, sono rimasto all’improvviso da solo nel silenzio assoluto, arretrato rispetto al gruppo che affronta le discese in modo più aggressivo del mio, non riesco a capire se sono appena dietro la prossima curva o km più avanti, comincio a sentire freddo, dopo una serie di tornanti su strada entro in un bosco buio dove non vedo né sento più nessuno, né dietro né davanti, mi sento sospeso nel tempo e nello spazio, sensazione tremenda ed esaltante al tempo stesso, il buio al calare della giornata mi pare molto diverso di quello del primo mattino, gli occhi ora fanno fatica ad abituarsi dopo una giornata di luce, mi rendo perfino conto di aver pedalato gli ultimi km indossando gli occhiali da sole che hanno aggravato questa sensazione di isolamento, decido quindi di adottare il metodo Kipo: mi fermo, mi rimetto i manicotti, indosso un gilet antivento (poco eroico ma necessario), accendo tutte le luci che ho a disposizione, mi mangio gli ultimi due croccanti, bevo l’acqua rimasta, mi prendo un po' cura della bici stringendo tutto quello che si era allentato (da un po' ogni volta che metto sulla corona grande mi ritrovo su quella piccola per via della vite allentata del manettino), rimpiango di non aver portato il necessario per pulire e lubrificare la catena che ne avrebbe assoluto bisogno, tant’è che non faccio altro che scatenare e anche se sono mezzo convinto di essermi perso (perché nel mentre non è passato ancora nessuno) riparto determinato adottando un approccio minimalista, pedalata lenta e costante lasciando sul centrale il pignone fisso e cambiando solo con la corona anteriore… poi finalmente due luci mi illuminano da dietro, non li conosco, mi sembrano francesi o comunque francofoni, ma mi regalano due certezze: non mi sono perso e ho ancora voglia di sgambettare e così ci “ingarelliamo” in un inseguimento reciproco di altri tempi, rinnovando l’eterna sfida tra cugini d’oltralpe, nel buio pesto di salite e discese, finché superiamo altri eroici sulla strada, uno dopo l’altro fino alla salita per Radda in Chianti (e sono 200km), dove raggiungo finalmente Andrea e Fabrizio che si sono fermati a bordo strada per scaldarsi e rifocillarsi, timbro al punto di controllo (venendo scambiato per il marito della fotografa) e mi fermo al bar sulla strada per uno stop tecnico, dove al tavolo trovo Tullio e AlessandroM che mi tentano con l’ennesima birra, ma resisto ancora; facciamo l’appello, siamo in cinque, riusciamo a sentire Daniele e Paolo che sono stati deviati sul medio all’altezza della porta di San Piero in Barca, mentre di Kipo non abbiamo più notizie: ero convito fosse davanti con gli altri, anche perché credo di essere stato parecchio fermo (a questo punto però non ho più certezze e mi sento un po’ come un boxer picchiatello), ma niente, deve essere nel bosco dove il telefono non prende, siamo esausti e ripartiamo in gruppo per questo ultimo pezzetto, ormai l’arrivo è questione di poco ma c’è una ultima salita verso Vertine per poi scendere a razzo per Gaiole (stavolta mi incollo al gruppo e assaporo anche io l’incoscienza dell’ultima discesa), dove arriviamo che sono le 20 inoltrate, siamo in cinque (finalmente riusciamo a contattare Kipo che nel mentre è arrivato a Radda e che ci raggiungerà più tardi a Gaiole), decidiamo di passare il traguardo paralleli uno affianco all’altro con la mano sulla spalla del vicino, chiedo ad AlessandroM di farmi mettere all’estrema destra in modo da non dover lasciare il manubrio e rischiare di far cadere tutti e cinque come birilli (sono sicuro che sarebbe successo), passiamo tra gli applausi, ultimo brivido della giornata, peccato non aver recuperato nessuna foto di questo momento magico, poi il tappeto rosso, quello riservato a chi completa il lungo, quindi la medaglia, la bottiglia e la foto di rito, ce l’ho fatta! La mia prima vera Eroica, non ci credo ancora, un anno fa la vedevo in tv come una cosa da marziani e ora sono anche io un “eroico”, grazie a ZioBici e ai dieci nipotini che mi sono stati accanto, durante, prima e dopo e ora… boh? Ma mi hanno detto che dalle parti di Brest, ogni quattro anni, fanno una cosa lunga lunga lunga…. Intanto una birretta, grazie!!!

 

LINK:

BIKEITALIA https://www.bikeitalia.it/ (dove trovate la versione "ridotta" di questo lungo diario)

EROICA https://eroica.cc/it

ZIO BICI https://www.ziobici.it/

MOVING HOTEL https://www.omeasy.org/movinghotel/

OMINO71 http://www.omino71.eu/




urbikerz 0,5 // Crack! Fumetti dirompenti 2022 // Photo Gallery

 

Spazialmente orientat* dallo spirito di Papa Legba salutiamo l'approdo del Vudù al Crack! ospitando nei nostri corpi tutti gli spiriti che ivi vorranno manifestarsi e dimorare; ci faremo allora zombi.

Com'è nostra prassi dialogare, li faremo banchettare (rigorosamente vegan) con le/i possedut* di altre antiche tradizioni spirituali: dal Cosmismo multimondiale con i suoi risorti esploratori spaziali, ai robota ciechi della R.U.R. di Karel Čapek, vessilli vessati del lavoro schiavista sotto il diktat del capitale.

Zombi quindi; e chi ne sa di zombi più di una ciclofficina popolare? Chi assembla organi, soffia aneliti di vita, trasmigra corpi carnosi e metallici, più di un* demiurg* ciclomeccanic* popolare? Chiamata in causa, la ciclopop di Forte Prenestino e i suoi zombi a pedali spalancano le porte agli spiriti del Crack! ospitando l’arte disegnata e stampata delle/degli artist* ciclist* dell’artisticalmass e la seconda edizione della fanzine autoprodotta urbikerz, con un numero speciale (lo 0,5) interamente dedicato alla ciclofficina del Forte e agli eventi a due ruote che in questi anni l’hanno posseduta.

Da giovedì 23 a domenica 26 giugno @FortePrenestino/Crack!/CiclofficinaPopolare con le/gli artist* dell’artisticalmass, le loro opere e un programma di eventi:

- giovedì 23, ore 19:30, presentazione del numero 0,5 di urbikerz, la fanzine dell’artisticalmass (a cura di Krayon e omino71, free download www.urbikerz.it), introduce Andro Malis;

- venerdì 24, ore 20:30, liveset cosmutopico dei Cobol Pongide;

- sabato 25, ore 20:30, suite per due biciclette Il paradosso delle ruote gemelle di Furia Elettrica;

- domenica 26, ore 18:30, presentazione della graphic novel Jepi Jora di Croma, introduce Davide Zurlo.












FANZINE 0,5 free download

  Clicca sulla copertina qui sotto per visualizzare e scaricare il numero 0,5 della fanzine!



artisticalmass 2022 // Una Vita in Bicicletta di Andrea Satta // Photo Gallery

 


Giovedì 26 maggio alle ore 19.00 presso Up Urban Prospective Factory reading a pedali di ANDREA SATTA che ha chiuso il programma della prima artisticalmass con una performance che unisce letteratura, musica e rispetto per l’ambiente in un sublime omaggio alle due ruote.

Gli ambienti dello spazio espositivo hanno accolto la proiezione del videoclip dei Têtes de Bois “Alfonsina e la bici” del 2010 diretto da Agostino Ferrente, dedicato a Alfonsina Strada e interpretato da Andrea Satta, Margherita Hack e Luca degli Assalti Frontali, con la partecipazione straordinaria di Sergio Staino e Mario Benedetti, il meccanico storico di Enrico Berlinguer e Roberto Rossellini.

Andrea Satta ha quindi letto alcuni passaggi dal libro di Margherita Hack “La mia vita in bicicletta” del 2011, nel quale la celebre astrofisica racconta come è passata dal triciclo alla bici da corsa, tra ricordi personali e testimonianze di impegno culturale e politico, svelando la sua passione per il ciclismo e l’attenzione verso l’ambiente.

Durante la performance gli spazi della galleria sono stati illuminati dall’energia pulita prodotta da un modulo del “Palco a Pedali” alimentato dal pubblico che ha pedalato sulla sua bici.

Andrea Satta nel 1992 fonda con Angelo, Carlo e Luca i Têtes de Bois. Oltre che voce e autore dei testi della band, è ideatore e direttore artistico dei molti festival e progetti (“Stradarolo”, “Sotto il cielo di Roma e Berlino”, “Ferrovia dell’Allume”, “Avanti Pop”, “41° Parallelo”, “Festival della Bicicletta”, “Palco a Pedali” ecc.) e fa il pediatra nella periferia romana.

Poeta e scrittore, ha all’attivo due libri “I riciclisti” (Ediciclo, 2009) e “Ci sarà una volta – favole e mamme in ambulatorio” (Infinito Edizioni, 2011). E’ stato inviato al Giro d’Italia e al Tour de France per il Manifesto e L’Unità (su quest’ultima testata con il vignettista Sergio Staino) e, sempre su L’Unità, ha una rubrica settimanale, “Dio è morto”.

Ha partecipato come co-protagonista e co-sceneggiatore al film “Passannante” di Sergio Colabona, oltre che come autore delle musiche insieme ai Têtes de Bois.

L’evento si inserisce all’interno del festival artisticalmass a cura di Marta Di Meglio e nato da un’idea di Krayon e omino71, dal 13 al 28 maggio presso Up Urban Prospective Factory.

Per maggiori dettagli si rimanda all'evento FB, segue galleria fotografica.






artisticalmass 2022 // The(velo)BESTiarium di omino71 // Photo Gallery

 

Sabato 21 maggio alle ore 10.00 presso Up Urban Prospective Factory, omino71, in collaborazione con Punto Scuola e Tempo di Eventi, ha condotto il gioco-laboratorio the(velo)BESTiarium per ragazze e ragazzi dai 6 ai 14 anni.

TheBEST(iarium) è un gioco-laboratorio ispirato dalla lettura del Manual de zoologia fantastica di Jorge Luis Borges – un manuale di quegli strani enti che la fantasia degli uomini ha generato nel corso del tempo e dello spazio – e basato sul gioco “cadavre exquis”, nel quale si mescolano lettura, disegno, pittura, scrittura e immaginazione collettiva al fine di creare insieme nuovi animali fantastici.

Un progetto – nato da un’idea di Stefano Cristi e omino71 – con l’obiettivo di aprire una breccia nelle fondamenta dell’arte, concepita come frutto esclusivo di una singola mente e rivolta ad un pubblico passivo. Il compito di far vacillare queste certezze viene affidato alla potenza infinita della parola scritta ed alla fantasia di giovanissimi-autori di nuovi mondi, nei quali siamo invitati ad entrare per apprendere una socialità tanto semplice quanto evoluta. Un modo per capire che la soluzione ai conflitti con il prossimo e il diverso è sempre stata con noi, adulti presi a guardare il proprio mondo dall’alto, creando mostri da cui stare lontani.

Dal 2015 TheBEST(iarium) si è re-inventato più volte, con formule e soluzioni sempre diverse, tra esposizioni collettive e live-painting di artisti di fama internazionale, curati da a.DNA project, alla realizzazione di libri illustrati distribuiti su tutto il territorio nazionale, pubblicati da Lantana Editore, entrando in contatto con diverse realtà istituzionali della capitale quali il Museo Civico di Zoologia di Roma, il Teatro del Lido di Ostia e il MACRO Museo di Arte Contemporanea di Roma.

In occasione di artisticalmass, grazie all’imprevedibile ritrovamento di alcuni scritti inediti di fantastiche creature a pedali, TheBEST(iarium) si è presentato in una nuova versione a due ruote, The(velo)BESTiarium, riservata alla partecipazione di nove giovani creatori fantastici di età compresa tra i 6 e i 14 anni che hanno dato vita ad altrettanti nuovi e adorabili ciclo-mostri.

omino71 è un nonstreetartista romano, dalla fine degli anni novanta diffonde la sua idea di arte pop(olare) tra supereroi, santi, giocattoli e bambini in un “mash up” dalle tinte decisamente sature.

Punto Scuola è una libreria indipendente di Ostia attiva nella promozione di laboratori, a partecipazione gratuita, per avvicinare bambini e ragazzi al piacere della lettura.

Tempo di Eventi è una associazione culturale per l’organizzazione di eventi, visite guidate e laboratori per grandi e piccoli al fine di avvicinarli al mondo dell’arte, della storia e dell’archeologia.

L’evento si inserisce all’interno del festival artisticalmass a cura di Marta Di Meglio e nato da un’idea di Krayon e omino71, dal 13 al 28 maggio presso Up Urban Prospective Factory.

Per maggiori dettagli si rimanda all'evento FB, segue galleria fotografica.